Come nasce un albo illustrato: cronaca di un processo creativo

Quante volte sfogliando un libro, affascinati, ci siamo ritrovati a chiederci come quell’oggetto, tra le nostre mani, fatto e finito, sia arrivato sugli scaffali, come sia nato, quale sia stato il processo di realizzazione…

Queste le domande a cui Natalia Scinicariello, Direttrice Editoriale della Casa Editrice “Le Maghette”, ha dato risposta. Natalia è infatti colei che, all’interno dello staff de Le Maghette, ha un ruolo di trait d’union, tenendo insieme ogni fase del processo e coordinando le diverse “menti creative”.

Soddisfando la nostra curiosità, ha svelato le tappe di un lungo percorso, realizzato attraverso la cooperazione di diverse intelligenze creative, svelando come il processo di realizzazione di un albo illustrato, non sia solo dell’autrice e dell’illustratrice, ma dell’intero team.

D. Come scegliete di volta in volta l’emozione protagonista di un nuovo albo?

Il lavoro iniziale è principalmente di Laura (Feci Moraja ndr.) l’autrice, che, insieme a me, ragiona sull’emozione che in quel momento sente essere predominante, sia nel contesto privato e personale, sia nel contesto lavorativo de “Il Mago di Oz ONLUS (Centro per l’età evolutiva di Roma ndr.)”. Proviamo a chiederci di cosa hanno bisogno i bambini e le famiglie e qual è, appunto, l’emozione che ci viene rimandata più spesso come faticosa o difficile da comprendere. Il nostro obiettivo principale è quello di offrire strumenti per comprendere ed elaborare le emozioni, per dare loro un nome e per insegnare ai bambini a distinguerne le diverse sfaccettature. Di fatto si incontrano il bisogno che noi raccogliamo dalla quotidianità e il “sentire” di Laura in quel momento: d’altronde è un processo creativo e i processi creativi viaggiano molto sull’ ispirazione di chi “crea”.

D. Quali sono le fasi del processo creativo?

C’è una prima fase di scrittura, in cui Laura inizia a buttare giù la storia. Questa prima fase ha una durata variabile, in quanto il processo di scrittura prevede più step: c’è un periodo in cui si scrive molto, e successivamente si lima, si snellisce, si scelgono le parole giuste, ponendo sempre grande attenzione al linguaggio utilizzato.

Dopodiché si passa al lavoro d’illustrazione: una fase “magica” in cui la linea stilistica di Eleonora (Musoni ndr.), l’illustratrice, e l’immaginazione di Laura si incontrano e si modellano a vicenda: è il processo creativo per antonomasia.

La terza fase è l’impaginazione grafica che viaggia di pari passo con il lavoro che facciamo insieme alla nostra psicologa Ruena Ventimiglia per il laboratorio che inseriamo alla fine di ogni albo. Anche questo è un momento molto importante e complesso in cui immaginiamo il percorso da proporre al bambino, stando attente che sia perfettamente coerente con i messaggi che abbiamo veicolato attraverso la storia.

D. Come si costruisce questo rapporto di collaborazione creativa tra autrice, illustratrice e psicologa?

È un lavoro corale, dove a guidare sono la collaborazione, nel rispetto dei processi creativi di ciascuno, il confronto costruttivo, perché in un processo creativo del genere è impossibile lavorare per compartimenti stagni, e la condivisione di una “mission” comune. Tutte noi condividiamo lo stesso obiettivo: offrire ai bambini, e agli adulti che di questi bambini si prendono cura, uno strumento concreto di crescita emotiva.

D. Dopo mesi di lavoro, si arriva alla stampa. Che emozione provate?

E’ un lavoro molto intenso, che richiede un grande investimento di energia da parte di tutte le persone coinvolte, in un tempo condensato. Proprio per questo, la sua realizzazione regala un’immensa soddisfazione: vedere che un’idea, piano piano, prende forma, trasformandosi in una oggetto concreto, tangibile, è meraviglioso. Tutta l’energia investita torna indietro duplicata e ci arricchisce, ci regala sempre qualcosa di nuovo e ci permette, ogni volta, di crescere professionalmente e - cosa ancor più importante - umanamente.

a cura di Cristina Peretti

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