Lettura e sviluppo linguistico: i consigli della logopedista Alessandra Consoli

È scientificamente provato che il bambino inizia a percepire l'ambiente esterno quando è ancora un feto, molto prima del termine della gestazione; è proprio dall’interno del grembo sicuro della mamma, difatti, che il nascituro inizia a familiarizzare con voci e rumori, pertanto è importante parlargli o accompagnare la gravidanza con un quotidiano sottofondo musicale, ma non solo: sono tanti gli studi che dimostrano quanto abbia valore anche la lettura prenatale.

Esemplare è  un articolo pubblicato nel Journal of Applied Developmental Psychology nel 2014, “The Effect of Baby Books on Mothers’ Reading Beliefs and Reading Practices”, in cui i ricercatori statunitensi consacrano questa pratica come fertile stimolo implementare all’evoluzione cognitiva, linguistica e mnemonica del bimbo.

Ma leggere a un bambino risulta essere un esercizio cognitivamente fruttuoso per ogni fase di sviluppo.  A dimostrarlo sono le ricerche realizzate dal Dott. John Hutton presso l’Ospedale pediatrico di Cincinnati (USA), il quale ha condotto un’osservazione su 19 bambini dai 3 ai 5 anni, e ha misurato la loro attività celebrale con una risonanza magnetica mentre ascoltavano in cuffia delle storie, riscontrando che nei bambini che erano soliti ascoltare anche a casa racconti letti dai genitori, si accendevano delle specifiche aree cerebrali che supportano l’elaborazione semantica e quelle zone che regolano la realizzazione di immagini mentali.

Secondo uno studio della casa editrice americana “Scholastic”, è proficuo leggere a voce alta ai propri figli anche per tutto l’arco delle scuole elementari, prassi che sembra aumentare, inoltre, la possibilità di far diventare il bambino un assiduo lettore in età adulta. Tanti gli studi, tante le ricerche, dunque, ma ci è sembrato doveroso parlarne con chi, per lo sviluppo linguistico dei bambini, lavora ogni giorno, la Dott.ssa Alessandra Consoli, logopedista del “Mago di Oz ONLUS.

D. Come la lettura sostiene lo sviluppo linguistico del bambino?

Un libro è uno stumento prezioso di sviluppo linguistico: può servire ad ampliare il lessico, la morfosintassi, la memoria, le abilità visto-spaziali e la capacità di comprensione. Quando un adulto legge un libro ad un bambino, lo aiuta a strutturare la comprensione orale di quello che gli sta dicendo, grazie anche al supporto visivo delle immagini, in questo modo il bambino comprende che ciò che gli viene raccontato corrisponde a ciò che vede. Una stringa verbale semplice, dunque, agganciata a un’immagine semplice, permette di iniziare a lavorare sul lessico e sulla comprensione di piccole frasi; più il bambino è grande, più si può allungare e rendere più complesso l’enunciato, sia a livello lessicale sia morfosintattico, avendo sempre, come supporto, un gancio visivo.

D. Quanto sono importanti le immagini nei libri?

Le immagini sono fondamentali, per i bambini molto piccoli in particoalre. Loro entrano in confusione se ascoltano troppe parole, si stancano, si perdono, e potrebbero non ascoltare più. Quindi avere un‘immagine da agganciare alle frasi che l’adulto gli legge è fondamentale. In questo modo abbiamo due informazioni diverse veicolate attraverso due canali diversi che però si rinforzano reciprocamente.

D. La lettura condivisa è da preferire?

Leggere a un bambino è un momento d’intimità in cui l’adulto si dedica completamente al piccolo, in un contesto privato. Diciamo che è una pratica che andrebbe portata avanti, indipendentemente dall’età del bambino, da affiancare alla lettura autonoma, perché offre un modello di riferimento che il bambino potrà poi applicare quando leggerà da solo. Già i bambini molto piccoli, che ancora non sanno leggere, sono attratti a prescindere dai libri e se sono soli, li guardano, li sfogliano, percepiscono i colori e nella loro mente ritorna quello che noi gli abbiamo letto. Quelli più grandi, che sanno già leggere da soli, tendono a riproporre  la modalità in cui i genitori o gli insegnanti gli hanno raccontato il libro. Rimaneggiare ciò che hanno ascoltato dall’adulo diventa per loro un rinforzo delle proprie capacità linguistiche e cognitive in generale.

 D. Che tipo di esercizi di lettura proponi di solito?

Spesso propongo ai miei bambini in terapia di raccontare i libri ai genitori o di creare delle favole della buonanotte, partendo da albi illustrati. Trovo molto utili ed interessanti, per un lavoro sul linguaggio, i libri senza testo, che permettono di stimolare diverse competenze del bambino. L’adulto può fornire un modello di come descrivere un'immagine, come creare una narrazione da un'immagine, quali sono le cose che noto prima, quali quelle che racconto dopo, e come questa narrazione può variare in base a come viene interpretata, e da lì i bambini possono creare e inventare storie, allenando così sia l’espressione orale che la capacità di immaginazione.

D. Consigli per una buona pratica quotidiana?

Il genitore deve inanzitutto creare un contesto confortevole, senza distrazioni né rumori di sottofondo. Parola d’ordine: intimità.

E’ importante la scelta del libro da leggere. Come i giochi, anche i libri sono divisi per fasce d’età, compatibilmente con la  capacità di ascolto e comprensione del bambino. Quindi proponete i libri più adatti a lui e poi fate scegliere quello che più gli interessa, per incentivare la sua curiosità.

Durante la lettura, alternare lettura e racconto: raccontare un’immagine dà tanto di più rispetto alla solo lettura meccanica del testo, perché le immagini sono ricche di particolari e dunque bisogna offrire al bambino la possibilità di comprendere ogni elemento che l’immagine offre, sviluppando cosi le sua capicità di interpretazione e di immaginazione.


Intervista a cura di Cristina Peretti

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